mercoledì, novembre 19, 2014

Interstellar: la forza tricomotrice che domina l'universo

(tanti tantissimi spoilers, ovviamente)


Gia' il fatto che per capire lo svolgimento temporale del film ci voglia qualcosa come questi diagrammi  ti fa pensare a che figata astral quanto possa essere piacevole guardare qualcosa come Interstellar. #Prometeusscanzatiprorio.

Insomma, esci dal cinema e hai bisogno di un drink, vitamina R forte e liscia, e poi magari ti viene  pure voglia di abbracciare qualcuno o qualcosa, meglio se dei gattini coccolosi.

Perche' il film di quel gran bel pezzo di regista che e' Nolan ti tiene incollata alla sedia per tutte le sue quasi tre ore. Tre ore che, fedeli al tema di Interstellar, diventano estremamente relative, allungandosi ed accorciandosi a seconda della situazione. E si vede e si apprezza il tanto tanto lavoro di cervello dietro un film del genere, dalla creazione di tecnologia avanzata ma familiare, dove super camere criostatiche si mescolano ad ambienti che sembrano ripresi pari pari dalla vecchia cara MIR, alla caratterizzazione dei pianeti, con applauso particolare per il primo e le sue...ahem...notevoli maree.

E poi ci sono le teorie fisiche. Roba che scansiamoci proprio.

Quando la struttura scientifica di un film viene praticamente elaborata tutta da fisici teorici del Caltec, ci hai bisogno pure tu di un fisico teorico a fianco per capire di cosa si sta parlando. E se il fisico ce l'avresti anche, ma non e' venuto a vedere il film insieme a te, beh, non puoi far altro che sondare l'internetto alla ricerca di spiegazioni plausibili per quello che credevi fosse un impossibile erroraccio da principianti ed invece parrebbe che sia qualcosa di troppo piu' figo.

Talmente figo che noi poveri nerd ci stiamo ancora arrabattando a capirlo in tutti i forum della terra, mannaggia a te Chris.


Ma soprattutto c'e' la resa magistrale del viaggio verso l'ignoto, caratterstica che fa parte da sempre del nostro DNA umano e che probabilmente e' stato uno dei fattori dominanti della nostra evoluzione. Secondo me e' proprio questo il punto piu' potente di tutto il film: il viaggio oltre i confini del nostro mondo, affrontato con la paura atavica del buio e della solitudine ma anche con quell'istinto potente e spesso irrefrenabile del voler scoprire cosa ci sia dietro quel buio.
Un'ultima frontiera che e' anche un'ultima speranza e percio' va scoperta e conquistata ad ogni costo (spesso piu' alto di quello che saremmo disposti a pagare).
Bello, brividi, bravo, ancora.

Pero'.
Eh, lo so che vi aspettavate il mio pero', quindi eccovi accontentati.

"Tanto valeva darmi subito una tuta rossa"
Pero' sinceramente io non capisco.
Con tutte le risorse che hai speso per questo film, con tutta la trama convoluta che mi hai messo su, perche' non mi curi fino in fondo pure i dettagli?
Ci dev'essere una gara ad Hollywood, sconosciuta alle masse, per chi riesce a mettere la morte piu' assurda in un film di fantascienza. Tranquillo Prometeus, per ora stai vincendo tu alla grande, pero' davvero agli altri 2 astronauti di Interstellar prima di imbarcarsi potevano benissimo consegnare un paio di divise rosse dell'Enterprise...vediamo: lui e' il protagonista, lei e' l'unica lei e ci ha un frappo di embroni congelati da custodire...quante possibilita' di sopravvivenza potrete mai avere voialtri due? Appunto.
Chris, sto cliche' potevi pure risparmiarcelo, no?

Ma soprattutto: perche' tu, che hai girato uno dei migliori finali del cinema con il solo aiuto di una trottola, non riesci piu' a chiudere un film al momento giusto?
E va beh, bella l'idea dei legami tra le persone piu' forti di ogni legge della fisica, ma era davvero necessario ridurre il tutto - alla fine - ad una forte pulsione tricomotrice?
Il famoso pelo qui non tira piu' solo i carri ed i buoi...ma pure tunnel interspaziali e navicelle teconologiche. Questa si' che e' evoluzione!

Interstellar era cosi' vicino a diventare un capolavoro che quegli ultimi 15-20 minuti di forzatissimo e superspiegato lietofine mi sono rimasti sullo stomaco piu' di un piatto di gnocchi fritti al gorgonzola.
Ok, io ci passo pure sopra  a sta storia dell'amore che vince su tutto, al pistolotto della biologa Amelia che era pronta a giocarsi il destino dell'umanita' seguendo il suo personale motore tricopico sentimento invece degli anni di training e studi (brava,eh, e io dovrei farmi salvare da te.)
E passo pure sopra al fatto che tutto st'ammore fa si che Coop voglia riunirsi con l'adorata figlia Murph ma non spenda manco una parola di nostalgia per il primogenito con prole che gli ha mandato milioni di messaggi dalla terra...come si chiamava? Jim? Jon? Ugo? Appunto. (i dettagli, Chris, i dettagli!)

La digestione pero' si blocca del tutto negli ultimi minuti della pellicola, quando ormai Coop ha esaurito la sua storia ed invece di lasciarlo andare viene salvato da ste entita' superiori, riportato da quest'altra parte della galassia e riunito ad una morente figlia con un impatto emotivo millemila volte inferiore al vero momento di ritrovo fra i due che avviene nella singolarita' quantistica. Quando le prende la mano e le dice che era lui il suo fantasma, avrei voluto urlare a pieni polmoni 'lo sa, LO SA!!! Lo abbiamo appena visto! Come diavolo pensi le abbia risolte quelle equazioni se non capiva una mazza?!"
Per poi distruggere completamente il climax ed unire ulteriore danno alla beffa, ecco che sul letto di morte la figlia lo sprona a seguire il pull tricomotore verso la bella biologa, con cui, dettaglio non indifferente, per tutto il resto del film ha scambiato a mala pena due parole due che non fossero denigratorie. C'era piu' empatia col robot, bromance di alto grado in confronto, ma oh, evidentemente la morale qui e' che un pianeta a concorrenza zero abitato solo da un gran pezzo di figa e' la vera forza fondamentale dell'Universo ed il nostro eroe non puo' sottrarvisi.

E noi lo salutiamo cosi', mentre parte felice verso il non piu' tanto ignoto con il suo jet (fregato) e il suo robot (non si sa mai, in caso si perda per strada).

tu ed io e le stelle e il buco nero...questo passa il convento, ciccia, e ora diamoci sotto!




(PS. apparte questo finale anticlimatico che da Nolan proprio non mi aspettavo - o forse si', Due Facce sto parlando con te - Interstellar e' un filmone. Ce ne fossero. Da rivedere un altro paio di volte almeno per capire tutte le sue sfumature. E perche' nelle prossime visioni non mi si ingrossi di nuovo il fegato sul finale, io adotto la teoria dello Stregone, per cui in realta' il nostro Coop con fedele robot si frega il jet per inseguire il suo sogno di esplorare l'ignoto finalmente libero dagli enormi sensi di colpa che lo avevano tormentato per tutto il suo epico viaggio. Adesso inizia il vero viaggio di scoperta. E se poi durante il tragitto capita pure di dar una botta alla bella biologa solitaria, oh, a caval donato...)


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